14 maggio 2015 in Appalti
La crisi si fa sentire, e tanto, anche nell’edilizia. Settore che, in Sicilia, rappresenta il 15 per cento del Pil. Per il rilancio e per l’innovazione, necessario il supporto di “linfa giovane”.
Con questo obiettivo i giovani edili siciliani si sono incontrati nei giorni scorsi a Milano per la sedicesima volta. Dalla nascita del loro appuntamento annuale, che risale al 1992, ad eccezione della prima occasione di incontro, i giovani Ance si sono sempre dati appuntamento a Roma. Quest’anno è toccato, invece, a Milano come forma di riconoscimento agli sforzi fatti dalla città per Expo.
Ed è stata una occasione per fare il punto sulla situazione delle imprese edili, in forte crisi ma che percepiscono segnali di timida ripresa da agganciare immediatamente a da sfruttare per non perdere il trend positivo che ne potrebbe derivare.
“L’edilizia è il polmone economico italiano, è inutile nasconderlo – dice Tommaso Sciara, vice presidente Vicario di Ance giovani Sicilia – ed i giovani in edilizia sono una risorsa visto che è dimostrato che per affrontare la sfida occorre innovazione”.
Ma Sciara non si ferma a parlare dei giovani, di cui è rappresentante, e affronta, a tutto tondo, il tema edilizia “Dobbiamo prendere esempio proprio da quanto fatto a Milano in occasione dell’Expo. Con un grande impegno si è riusciti a fare uno sforzo che ha permesso di dar vita a questa grande manifestazione. Certo ci sono state delle difficoltà e non tutto e pronto. Qualcosa è ancora in realizzazione. Ma si tratta di aspetti residuali. Ecco, allo stesso modo l’edilizia deve riappropriarsi del suo ruolo di motore economico. Non è un segreto che il settore soffra. Negli ultimi anni abbiamo perso ben 68 mila imprese e l’8,9% del Pil. Ora ci sono segnali positivi a cominciare dalla promessa del Ministro Delrio di sbloccare opere pubbliche piccole e medie che sarebbero importanti per il settore”.
Una risorse per il settore, secondo Sciara sta proprio nei giovani “In molti hanno rilevato l’azienda del nonno o del padre e stanno investendo tempo e idee. Esiste una quota di imprese edili ‘giovani’ che rappresentano una vera risorsa. Attualmente circa il 37,5% delle imprese edili sono a conduzione giovane. La maggior parte di queste sono imprese rilevate in seconda o terza generazione. Solo il 5% sono start-up”.
Sull’innovazione puntano tutti nel settore come conferma Fabio Sanfratello, presidente di Ance Palermo: “E’ fondamentale per il futuro e per il presente del settore. Puntiamo ad una edilizia a consumo territorio zero. Non occorre continuare a cementificare, bisogna riqualificare l’esistente, riportare all’abitabilità stabili e costruzione abbandonate o in dissesto, rendere più efficienti gli immobili da un punto di vista energetico, ammodernare i condomini e le strutture pubbliche. Riqualificando c’è attività pubblica e privata da svolgere per decenni”.
Anche sulla promessa di Delrio di sbloccare opere pubbliche medio piccole Sanfratello si dice speranzoso: “Il nostro è un settore che potremmo definire come un malato in coma e lo sblocco di queste opere rappresenterebbe un tentativo di risveglio. Uno studio effettuato proprio da noi del settore dimostra che esistono circa 5000 opere pubbliche cantierabili su 5300 per una valore complessivo che si aggira intorno ai 7 miliardi di euro. Il 48% di queste opere si trova in Sicilia con un valore stimato di circa 3,2 miliardi di euro. Noi abbiamo sete di lavoro e lo sblocco di parte di queste opere nel settore pubblico sarebbe fondamentale”.
Ma sempre nel settore pubblico ci sono anche grandi problemi come una legislazione assolutamente inadeguata “Da quasi due anni cerchiamo l’interlocuzione pubblica ma non riusciamo ad avere interlocutori – denuncia Sanfratello – è necessario modificare la normativa sugli appalti per contenere i ribassi che sono ormai insostenibili tanto da scoraggiare le imprese a partecipare alle gare. In Sicilia l’interlocuzione dovrebbe essere col governo Crocetta visto che siamo una Regione a Statuto Speciale ma non si riesce a parlare con il governatore o col suo governo. Ci sono, poi, i ritardi mostruosi del Parlamento siciliano che continua a prendere tempo invece di legiferare”.
“E’ necessario ridurre i ribassi che hanno raggiunto la soglia insostenibile di circa il 37% – dice Sciara -. La nuova norma speriamo veda presto la luce. Abbiamo avuto notizia di approvazione in Commissione all’Ars, speriamo che non si frapponga altro indugio e si proceda con l’approvazione della riforma in aula. Per il settore è vitale”.
Ma i costruttori non guardano solo al pubblico. Al contrario si rivolgono anche al settore privato: “Abbiamo dato vita ad un progetto che chiamiamo casa 2.0 per intercettare i fondi privati che sono in circolazione – dice Sanfratello -. I prezzi di acquisto degli immobili dal 2007 ad ora sono scesi del 28%, questo è il momento di acquistare e di ristrutturare. Abbiamo stretto accordi con una banca per mutui agevolati per i clienti, abbiamo messo in piedi un sistema di controlli di qualità e di certificazione dei lavori e ricordiamo a tutti che riqualificazioni, ristrutturazioni di privati e condomini realizzati così possono ottenere sgravi fiscali che vanno dal 50 al 75%”.
Ed ecco che arriva l’altra nota dolente, il rapporto con le banche “Il nostro è un settore che soffre nell’accesso al credito – dice Sciara – perché considerato investimento ad alto rischio ma le banche stanno cominciando a capire che se non investono anche loro non potranno ottenere rientri e cominciano a puntare sull’innovazione”.
“Il rapporto con le banche è migliorato – aggiunge Sanfratello – anche se non possiamo ancora dire che sia tutto a posto. Ma la sottoscrizione di convenzioni e lo sviluppo di progetti comuni aiuta”.
Un settore che, invece, funziona è quello delle fidejussioni necessarie soprattutto per i lavori pubblici “In questo senso parlare di rapporto con le banche è assolutamente inutile – dice Sanfratello – funziona, invece, il rapporto con il sistema delle assicurazioni. Un rapporto ormai codificato e sostenibile”.
“Non ci sono particolari problemi in questo settore – conferma anche Sciara – anzi il rapporto con il sistema delle assicurazioni è una prova di come dovrebbero funzionare le sinergie per ottenere sviluppo economico”.
E sul rapporto con il sistema delle assicurazioni e delle fidejussioni abbiamo girato la domanda ad Alessandro Di Virgilio, Amministratore delegato di olimpia Agency: “Devo dire che con le imprese siciliane noi abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e dalla Sicilia ci arrivano soddisfazioni. Non c’è subbio che per il settore edilizio siano anni di crisi, in Sicilia forse anche più che altrove. Ma chi è rimasto in piedi oggi è da considerarsi un eroe e per questo è anche affidabile. le imprese aperte sono quelle sane, degli imprenditori che si sono sbracciati ed hanno profuso rinnovato impegno”.
Di Virgilio è convinto delle potenzialità siciliane “La Sicilia è ferma ormai da un decennio. un poco tutto il sud, per questo motivo, rappresenta una opportunità per il Paese. se riparte il sud, se riparte la Sicilia, si creeranno spazi di lavoro che potranno essere occupati proprio da queste imprese sane che sono rimaste in piedi. Bisogna aggiungere che ci sono ottimi segnali di ripresa. E se c’è ripresa il dialogo fra gli attori di questa ripresa deve essere messo alle fondamenta del rilancio. Noi dialoghiamo con le imprese e siamo felici se anche loro riconoscono che questo rapporto e proficuo. La nostra missione è quella della crescita insieme perché così si cresce tutti”